Abattoir Blues

Abattoir Blues 2023-06-24T18:05:14+00:00

Project Description

Spettacolo di teatro e teatro di strada

Comico e satirico clown, teatro di figura, circo, magia.

Di e con: Luigi Ciotta
Regia: Adrian Schvarzstein
Scenografia: Yasmin Pochat e Augusta Tibaldeschi
Costumi: Roberta Vacchetta
Luci e Suono: Luca Carbone

Progetto Vincitore “Orango Bando 2018” – Cooperativa Italiana Artisti

Premio “Emilio Vassalli” 2019, Festival Circonferenze – Italia

Premio Mirabilia Award – FESTIVAL MIRABILIA 2022
Terzo Classificato Finale In Box – Verde 2023

Abattoir Blues è l’ultimo spettacolo della Trilogia dell’Abbondanza. Dopo gli sprechi alimentari (Funky Pudding – 2009) e l’abuso di zuccheri (Sweet Dreams – 2014) Luigi Ciotta porta nuovamente all’attenzione dello spettatore un tema caldo dei nostri tempi: il maltrattamento degli animali negli alleva- menti intensivi e il rapporto ambivalente con la carne, ai giorni nostri caratterizzato da sempre nuovi tabù.  Anche questa volta non si vuole puntare il dito contro qualcuno. Il tema è l’uomo con le sue contraddizioni e debolezze nell’affrontare i sentimenti più oscuri della sua anima, della sua parte più bestiale, rappresentata appunto dal suo rapporto con gli animali in scena.

A ciascun animale spetterà una sorte diversa, così la macellazione diventerà un pretesto per esibirsi in numeri comici circensi e grandi classici della magia: un maiale, ad esempio, prima di essere macellato verrà tagliato a pezzi per essere poi ricomposto in una scatola magica. Un coniglio riapparirà da un cappello per scappare al suo destino, mentre una gallina obesa sparirà da una gabbia troppo stretta per contenerla. Dei polli diventeranno cavie contro le quali lanciare coltelli prima di essere appesi al gancio e offerti al pubblico nella formula “già spennati”, mentre interiora di animali fatte di corde e nodi prenderanno vita in esercizi di illusionismo sempre più complicati. Una pecora verrà suonata come cornamusa ed un mezzo manzo appeso ad un palo diventerà un partner per un acrobatica scena di Tango.

Il carro caotico nel quale questi animali sono stipati ci riporta però anche alla tratta degli esseri umani che ieri come oggi avviene nel nostro mondo, un parallelismo simbolico che richiama la mercificazione della carne nel suo aspetto più basilare. Ispirandosi ai barconi stracarichi di immigrati che solcano le acque del Mediterraneo, questo carro potrebbe quindi anche essere una “contemporanea” Arca di Noè che però non porterà in salvo questi animali che in un gioco di roulette russa si ritroveranno uno ad uno in un mattatoio.

Per quanto le azioni siano crude e violente, lo spettacolo segue sempre la dinamica del contrasto, i gesti più violenti  sono  delicati  e  leggeri,  in una dimensione in cui il senso del tatto sarà sicuramente uno degli aspetti più esplorati nel corso della sua creazione.

Il protagonista è un semplice lavoratore di un macello che subirà profondi cambiamenti nel corso dello spettacolo. Una persona dai tratti borderline, sola, che trascorre la vita in mezzo ad animali, vivi e morti. Il suo è un lavoro alienante, ripetitivo, che si presta alla coreografia del movimento e alla giocoleria per esprimere la sua tensione relazionale con la vita, sospesa tra la gravità e la morte. Gli animali, vivi e morti, sono gli unici compagni di questo suo fare, ed è con loro che si rapporta in ogni momento, in un gioco di proiezioni in cui vittima e carnefice vedono i propri ruoli invertirsi progressivamente.

In Abattoir Blues non c’è un giudizio sul personaggio e le sue azioni: il suo è puro istinto di sopravvivenza, una danza continua tra le azioni da compiere per realizzare il suo mestiere di artigiano. Vittima e carnefice al tempo stesso, il destino non risparmierà neanche lui costretto quasi ad auto-macellarsi arrotolandosi su se stesso attorno ad un palo da pole dance, dimenandosi in nu- meri acrobatici di ogni sorta per sfuggire al suo destino: quello di diventare un anonimo scarto di carne. Qual’è il prezzo della carne umana??

Questa immagine drammatica e ridicola richiama il kebab simbolo contemporaneo dello straordinario successo della carne nella società industrializzata, disponibile in abbondanza e a tutte le ore. Il roteare su se stessi al palo si trasformerà nel finale in una danza Sufi (con una gonna stile Derviscio, ma che richiama la carne) che sublimerà in maniera poetica e straniante la materialità e crudeltà delle tematiche affrontate.

Tutto questo in chiave comica, grottesca e surreale, secondo le regole del buffone e del clown. Lo spettacolo unisce teatro di figura, circo, teatro fisico e comicità in una dimensione in cui le parole cedono il passo a suoni, versi e rumori, sia registrati che dal vivo.

La componente visiva di Abattoir Blues è di forte impatto e influenza la drammaturgia e la scenografia. Lo spettacolo ruoterà intorno ad un caotico carro trasporto bestiame (con in vista numerosi animali da fattoria di plastica, lattice e peluches) che si aprirà per svelare al suo interno un secondo ambiente freddo e asettico: un mattatoio simile a una cella frigorifera in cui regnano luci al neon, acciaio, teli di plastica cerata e piastrelle bianchissime.

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Scheda Tecnica

  • Spettacolo per il teatro e\o per il teatro di strada.
  • 1 attore + 1 tecnico
  • Durata: spettacolo completo1h \ versione corta 40’
  • Possibilità di diversi numeri per varietà.
  • Lingua: Nessuna – spettacolo visuale
  • Tecniche: Clown, Buffone, Teatro di figura, Magia, Musica, Lancio di coltelli, Pole Dance.
  • Fascia di età: a partire dai 7 anni
  • Fascia di pubblico ideale: 150-300 persone
  • Spazio Scenico: 8m x 8m x 3,5m
  • Luci a carico dell’organizzazione
  • Amplificazione autonoma, se necessario
  • Tempo di montaggio: fuori scena 3h\ in scena 20 minuti
  • Tempo di smontaggio: fuori scena 2h\ in scena 15 minuti
  • Necessità di arrivare con il camper presso il luogo dello spettacolo per carico\scarico
  • Si richiede un parcheggio per un camper
  • Necessità di camerino con specchio.

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